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Sergio Camporesi
Biografia
BIOGRAFIA

Inizia verso i quindici anni la passione di Sergio Camporesi per la pittura (è nato a Forlì il 12 Aprile 1915 da Ferruccio e Venusta Lugaresi), ed è passione contrastata dalla famiglia che lo costringe a conseguire il diploma magistrale presso l’Istituto di Forlimpopoli, mentre la sua formazione non scolastica si nutre di molte letture alla moda (Papini, Prezzolini, D’Annunzio, riviste d’arte come Emporium…) e dalla frequentazione degli studi dei pittori Antonio Dirani e Carlo Stanghellini. A diciannove anni incontra la cultura della mitteleuropa in un lungo viaggio a Vienna e Praga.

Nel 1938 si diploma in educazione fisica alla Farnesina. In questo periodo disegna caricature e vignette umoristiche per la rivista dell’Accademia di educazione fisica. Ma è la prigionia in Egitto negli anni 1943/45, con il suo casuale incontro con due artisti (Stenio Scardino di Modena e Piero Camparada di Monza) a risvegliare la passione per la pittura, e come pittore lavora per oltre un anno (dall’agosto 1944 alla fine del 1945) per il comando militare inglese della R.A.F. (il Welfare Art Studio del Cairo). Torna in patria nel dicembre del 1945 e si dedica all’insegnamento per “rimanere libero di dipingere senza sottostare al gusto del mercato”. Avventurosi sono i viaggi, nell’immediato dopoguerra, per scoprire l’arte contemporanea, come la visita alla mitica Biennale di Venezia del ’48, o la “corsa”, a 70 km/h con la Vespa 125, fino a Parigi per vedere allo Jeu de Paume gli impressionisti, o incontrare Chagall sulla Costa Azzurra, con lo stratagemma di fingersi allievo di Giorgio Morandi. 
Nel 1951 si sposa con Lina Savini, insegnante di Italiano e latino alla scuola media, dalla quale avrà due figli Claudio e Franco. Insegna Educazione fisica in vari istituti e rimane in servizio presso il Liceo Scientifico di Forlì per ventidue anni, dal ’55 al ’77. Ha avuto anche una breve stagione di impegno politico come consigliere comunale (indipendente del PRI) dal 1973 al 1975 accanto ad amici come Ildo Cappelli e Gabriella Poma.
Il suo studio, prima in via Maceri e dal 1968 in via Bricé, è stato luogo di incontro di intellettuali e di artisti di diversa formazione, e di dibattito culturale e politico aperto anche ai suoi studenti.

Ha dato vita ad innumerevoli iniziative culturali negli anni ’50 e ’60: redazione di riviste, direzione di gallerie, scrittura teatrale e scenografie per il Teatro Minimo. Nel 1984 contribuì a fondare a Forlì l’Associazione Culturale Melozzo, presieduta prima da Vero Stoppioni e poi da Fanny Monti. Ha fatto parte del gruppo di pittori che si riunivano intorno al critico Marcello Azzolini. Considerandosi, secondo un’espressione presa a prestito da Marino Moretti, un pittore “dilettante”, non ha mai dato eccessiva importanza a quell’aspetto mondano dell’arte che sono le mostre. Ha comunque partecipato a numerose collettive negli anni ’50 e ’60, e ha allestito personali a Forlì, Bologna, Cesena, Roma e Torino.

Fondamentale per la sua attività artistica è stata la profonda amicizia che lo ha legato sino alla fine al pittore Leonardo Cremonini. Determinate è stata anche la frequentazione e la familiarità con Franca e Mino Madonia, Mattia Moreni, Giovanni Cappelli, Luciano Caldari, Alberto Sughi, Rita Lintz, Grete Wootton, Stelio Martini, Marcello Azzolini, Walter Ronchi, Fausto Frati, Giorgio Savorelli, Aldo Sacco, Carlo Poni, Andrea Brigliadori, Giorgio Spada, Silvia Dalmastri Giugni, Carmen Silvestroni, Paola Emiliani, Miria Malandri, Angelo Fabbri, e l’amico di una vita Leonardo Melandri. Dalla fine degli anni ’60, inizia la passione per la fotografia e per i viaggi di “caccia” fotografica in compagnia di Piero Magnani, Giorgio Spada, e i fotografi professionisti Giorgio Liverani e Paride Paolini. La fotografia diventerà uno strumento essenziale di ispirazione per la sua pittura.

Si spegne a Forlì il primo maggio 1995 dopo breve malattia, ancora nel pieno della sua attività di pittore e di sportivo come Presidente del Circolo Nautico del Savio e come maestro di scherma presso il Circolo Schermistico Forlivese (presieduto ancora oggi dal fidatissimo ex allievo Piero Magnani). L’Associazione Culturale Melozzo e il Comune di Forlì gli hanno dedicato nel gennaio 1996 un’importante mostra antologica a Palazzo Albertini, e il Liceo Scientifico Fulcieri Paulucci di Calboli una personale dal titolo “Il caffè”  nel 1998 presentata da Rosanna Ricci.  Nel 2009 un suo quadro di proprietà della Pinacoteca di Forlì è comparso nella mostra itinerante “Mangiari dipinti” curata da Orlando Piraccini. Sempre nello stesso anno è stato pubblicato, per le Edizioni Energheia di Matera, un breve racconto “Stampe”, scritto dal nipote Enrico sugli ultimi giorni di vita del pittore ( http://www.energheia.org/stampe_enrico-camporesi.html ).








                                  
Sergio Camporesi al lavoro per il R.A.F. Welfare Art Studio a Il Cairo, settembre 1944 (Foto archivio R.A.F.)
Personale alla Galleria Ordelaffi di Forlì, 14 febbraio 1970. Sergio Camporesi con alcuni studenti: da sinistra Claudio Camporesi, Malù Bargossi, Morena Mordenti, Giorgio Calderoni, Fausto Fabbri, Gianni Saporetti, Theresa Pondi e Carlo Giunchi.
Autoritratto fotografico anni ‘80
Sergio Camporesi e Paride Paolini a Castelluccio di Norcia, 2 giugno 1976
Nello studio, fine anni ‘80    
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